martedì 11 gennaio 2011

Uno spettacolo sovrumano


Nella vita succedono delle cose apparentemente inspiegabili nella loro perfetta armonia. Spesso si rimane meravigliati di fronte alla constatazione di come moltissimi eventi si incastrino quasi magicamente e che da un seme gettato anche inavvertitamente possano nascere infiorescenze imprevedibili e straordinariamente complete.
È successo così che proprio l'Himalaya, il luogo più stupefacente che avessi mai visto fino ad allora, abbia voluto regalarmi la scintilla per ammirare uno degli spettacoli più affascinanti e commoventi della natura che, ironia della sorte, si trovava proprio a due passi (circa 2000 km, i "due passi svedesi") da casa.

Ci è voluto insomma il Bhutan, e più precisamente un ragazzo italiano incontrato là, per spingermi a interessarmi al fenomeno dell'aurora boreale, visibile (non sempre) nelle zone al di là del Circolo Polare Artico nelle notti invernali. Affascinato dalle sue descrizioni, che mi hanno riportato alla mente quel poco che sapevo della cosa e che attribuivo più che altro a leggende mitiche dei popoli del nord (famosi per la loro fantasia, d'altronde con quel freddo dovevano pur fare qualcosa), ho sentito che la cosa giusta da fare era incamminarmi.
Io e Ilana abbiamo seguito quindi la voce dell'Himalaya, che ci ha regalato delle visioni capaci di superare la sua stessa bellezza.


Il 7 gennaio 2011 io, Ilana, Claudio e Cecilia ci siamo trovati così di fronte a uno spettacolo che toglieva il fiato, la cui narrazione supera le umane capacità. Se infatti è già difficile contemplare la bellezza, descriverla diventa quasi impossibile. Ma io, che amo le sfide, ci proverò lo stesso.

Arrivare a vedere l'aurora boreale è stata quasi un'esperienza mistica. Un cammino in salita a bordo di una seggiovia, nella notte polare, circondati dal silenzio e da una volta celeste sconfinata, il cui limite era dettato solo da un orizzonte che il buio rendeva impercettibile. Una coltre di neve azzurrognola, che traeva la poca luce dalla distesa di stelle, faceva da soffice pavimento al nostro scorrere senza rumore, segnato solo dal lieve sibilo della funivia. Il freddo intenso e l'orizzonte nero e sfavillante di stelle completamente aperto davanti ci davano una forte illusione di sospensione nello spazio. Scivolavamo via tra realtà e sogno, mentre al di là del monte che lentamente si avvicinava, alcuni bagliori si facevano sempre più forti e alti, come se qualcuno stesse contornando di luce la vetta della montagna. Rapiti dalla visione eravamo arrivati al campo base, ma senza il tempo per guardare le altre persone. Bastava percorrere qualche metro nella neve ghiacciata per far sì che un silenzio siderale ci avvolgesse e tutto ciò che ci circondava diventasse inutile al cospetto del cielo dove l'aurora stava già dando prova della sua magnificenza.


Dapprima lingue di luce uscivano da dietro la montagna, poi improvvisamente e con una rapidità fulminea la volta celeste, buia ma non nera come si poteva presupporre in un posto in cui il sole tramontava all'ora di pranzo, era solcata da una scia luminosa che si divideva e quindi danzava, prima raggomitolandosi a ricciolo e quindi lasciando uscire bagliori verdi e rosati. Poi d'improvviso il buio e di nuovo solo le stelle.
Come in una danza la luce tornava da dietro la montagna per dividersi ancora in varie code che striavano l'orizzonte. Ora un fiume luminoso scorreva nel cielo e si rincorreva, si univa e poi dava vita a nuove fonti di luce, che si agitavano e spostavano, seguendo dei flussi cosmici privi di regole e direzione.


Lo spettacolo sarà durato per circa due ore. Le luci più intense andavano avanti per qualche minuto e poi lasciavano il passo al buio, come se le pennellate di luce, stanche per uno sforzo creativo eccessivo, avessero bisogno di riposo.
Questo "riposo", la prima sera, venne da noi interpretato più come un sonno definitivo e così prendemmo la seggiovia per tornare al campo base verso le 23. Il freddo era intenso, sicuramente sotto ai -20°c, ma non ci facevamo caso perché quello che rapiva la nostra attenzione era una lunghissima lingua di luce verde molto intensa che ci accompagnava durante la discesa facendosi sempre più forte. Appena messo il piede per terra trovammo giusto il tempo di girarci per osservare una delle più magnifiche esplosioni di aurora boreale che potessimo immaginare. Due lingue si incontrarono generando una pioggia di luce multicolore, che prendeva buona parte del cielo e dalla quale si dipartivano lingue di ogni forma e composizione che avevano il potere di non spegnere la luminosità delle stelle, ma se possibile di aumentarla. Poi subitaneamente, di nuovo il buio. La calma, la danza di luce era finita. Non avevamo avuto tempo nemmeno di provare a fotografarla, rapiti com'eravamo da tanta bellezza. E forse era giusto così.

La sera successiva tornammo all'osservatorio e assistemmo ad altri fenomeni di aurora boreale bellissimi, ora verticali, ora orizzontali, sempre luminosi e quasi fluorescenti. Cascate e impennate di luce, vortici di bagliori che non dimenticheremo mai. Le foto che abbiamo scattato (con esposizioni clamorose) non rendono giustizia alla bellezza estasiante del fenomeno e quindi le inserisco solo perché possono dare una vaga idea di quello a cui abbiamo assistito.

L'aurora boreale è un qualcosa di unico nei fenomeni naturali. Guardare le cascate dell'Iguazù dopo essere stati a quelle delle Marmore è certamente "breathtaking", così come osservare l'Everest dopo una gita al Terminillo. Ma si tratta di miglioramenti di "quantità": sono monti "più" grossi, cascate "più" alte. L'aurora è diversa, è unica e non è assimilabile a nient'altro di conosciuto (forse solo all'arcobaleno, che però riveste molto meno fascino per la sua maggiore frequenza e diffusione).

Come dicevo all'inizio, succedono delle cose strabilianti per armonia e perfezione e la natura ci regala un fenomeno unico e stupefacente, a patto che siamo disposti a vestirci un po' di più per poterlo apprezzare... :)

15 commenti:

  1. che dire.. un' esperienza che ti invidio!

    RispondiElimina
  2. Fantastica! E il tuo racconto, t'assicuro, rende l'idea ;)

    Ari

    RispondiElimina
  3. Favoloso! E' senza dubbio una delle cose a cui vorrò assistere, prima o poi.
    Ed è bellissimo risentire tue notizie!

    Sauro

    RispondiElimina
  4. È un'esperienza che consiglio a tutti. Bisogna anche essere fortunati, però. Le previsioni davano tutto nuvolo, e invece... è andata benissimo :)

    Grazie Ari, c'ho provato... :D

    RispondiElimina
  5. Bentornato sul blog. Ma tutti a vedere le aurore in questi giorni? Anche io ne ho vista una ieri.

    RispondiElimina
  6. Grazie per il bentornato :). Effettivamente sono stato latitante per un po', e faccio mea culpa. Ma quando aprii il blog mi ripromisi di parlare solo di cose che rivestissero un minimo interesse per me o per i lettori, quindi meglio poco ma buono. :)

    RispondiElimina
  7. Come ogni tuo racconto, rimango incantata nel leggerne ogni singola parola.
    Esperienza davvero insuperabile la vostra.
    La natura dona solo perle.

    RispondiElimina
  8. Ho letto affascinata questo tuo post... che bello che dev'essere!
    La Natura è stupefacente.

    RispondiElimina
  9. Suggestivo senza fronzoli, grazie.

    RispondiElimina
  10. Grazie a te e a tutti per i complimenti, ma sinceramente non penso di aver reso nemmeno in parte la bellezza della cosa :)

    RispondiElimina
  11. wow, un'esperienza fantastica che ti invidio assai... ma che con il tuo racconto sei riuscito a farmi -anche se solo in una piccolissima parte- vivere. Grazie per la condivisione.

    RispondiElimina
  12. Hai scritto lo stesso che ho provato io quando ho visto le aurore per la prima, seconda, terza, n-volta. Veramente bel post, e che bella esperienza sull'Himalaya!
    Peccato che il debole campo magnetico degli ultimi anni me le abbia fatte mancare. Spero che si rinforzi un pochetto in quelli a venire.

    RispondiElimina
  13. Le previsioni dei meteorologi dicono che aumenteranno nei prossimi anni. D'altronde ci si avvicina al 2012... :)

    RispondiElimina
  14. Grazie Matteo, son contenta che ci delizi di nuovo con questi magnifici racconti. La tua capaictà espressiva fa sognare anche noi! :-)

    RispondiElimina
  15. Grazie Fra, sei veramente troppo buona :)

    RispondiElimina