domenica 9 maggio 2010

Malimortacci del lagom!

Gli svedesi hanno una parola ben precisa per indicare il loro rapporto col mondo, e questa parola è "lagom". Astenendomi dal fare paragoni con quelli che potrebbero essere i sostantivi portanti di altri popoli per non incorrere in varie ire superflue, mi limito a dire che a confronto di uno svedese in "preda" al lagom un bonzo tibetano è una specie di black block cui hanno appena ammollato il passamontagna nella varechina.
Questo vocabolo, che non ha traduzione precisa in NESSUNA lingua conosciuta (chissà perché), significa infatti letteralmente "giusto". O anche "cotto a puntino". E già la pedanteria della parola "puntino" rivela tutto il senso intrinseco di questo nefasto atteggiamento. Per gli svedesi il lagom è dunque una sorta di way of life, potremmo definirlo il "comportamento conveniente", che consiste sempre in un distacco quasi assoluto dalle cose del mondo, dalle sue necessità, dai suoi piccoli problemi, troppo meschini per essere realmente affrontati. Qui nello Skåne, infatti, uno sguardo con occhio da cernia dice più di mille imprecazioni livornesi.
Il lagom permea la vita degli svedesi, ad eccezione ovviamente del venerdì e sabato sera, i giorni del "facciamo come cazzo ci pare", frase - questa - tutta italiana che credo non abbia precisa traduzione in NESSUNA altra lingua.

Ora, si potrebbe pensare che sia piacevole vivere in un ambiente sociale in cui regnano la calma e la tranquillità, in cui i problemi vengono trascesi, in cui la forma annulla la sostanza dell'emozione (non posso credere che gli svedesi non provino mai rabbia o frustrazione) e in cui sostanzialmente una discussione sul mondo ideale leibniziano al Rotary Club parrebbe chiassoso quasi quanto un incontro clandestino di galli nel Paraguay meridionale, ma vi assicuro che così non è.
O almeno, lo è fintanto che il sangue non comincia a bollire per dei problemi oggettivi.
Tutti sanno che noi italiani siamo abbastanza fumantini, ognuno a modo suo, e quello che in particolare fa impazzire me in modo intollerabile è l'ostacolo, la lentezza superflua, la coda alla posta. Ecco, per uno che non sopporta queste cose, la Svezia è un Paese che propone delle sfide fenomenali e raramente possibili da vincere.


Faccio un paio di esempi pratici. Se tu sei un cassiere di un cinema e i film stanno per cominciare tra 3 minuti, di solito ti sbrighi nell'espletamento delle tue basilari funzioni, quali prendere i soldi -> dare i popcorn e il biglietto. Ma no! Il cassiere svedese è affetto dal lagom e quindi non può far altro che svolgere queste operazioni elementari con la sua tipica lentezza devastante. Vi giuro che l'ho visto coi miei occhi sistemare tutti i pezzi da 10 corone nello stesso verso, chiaro segno di un disturbo ossessivo-complusivo, il cui unico effetto è stato farmi perdere l'inzio del film.

Altro esempio: ufficio degli immigrati. Ecco, qui si raggiunge l'apice perché gli impiegati oltre a essere naturalmente soporiferi nella loro lentezza sono anche anziani, il che aggiunge sempre quel "non so che" di vago a tutte le operazioni. Solo per premere il pulsante del cliente successivo si prendono circa un quarto d'ora. Ovviamente in questi luoghi si consuma poi l'orrendo crimine del "riempimento dei moduli al bancone", cosa per me insopportabile. Per fortuna gli uffici sono poco frequentati e solitamente bene organizzati, quindi le operazioni si possono svolgere comunque con una certa speditezza. Diciamo il quintuplo del tempo romano nelle stesse condizioni (che però a Roma non esistono e quindi parte sempre almeno una giornata).

Altro esempio che riguarda il comportamento esteriore, ma stavolta in assenza di relazione: ero sul treno per Copenhagen e la stragrande maggioranza delle persone che si trovava lì con me stava andando all'aeroporto, immagino per prendere un aereo. Ebbene, il treno era in ritardo di 20 minuti e oltre a questo continuava a fermarsi continuamente e apparentemente senza motivo lungo il tragitto, facendoci rischiare un clamoroso ritardo.
Ora, ovviamente, sappiamo tutti che protestare in queste condizioni è perfettamente inutile, anzi è da cretini. Insomma è da esseri umani. Ma mentre io davo (umanamente) in escandescenze, cercando di inveire contro il controllore, i miei bollori venivano raffreddati dai personaggi accanto a me, immobili e gelidi come pupazzi di neve. Solo, un po' meno espressivi.

Gli svedesi insomma non protestano mai. La manifestazione del primo maggio pareva una parata fascista per la disciplina e il ritmo che teneva. Sono sempre tranquilli, e tutti sanno che quando uno si incazza la cosa peggiore che gli può capitare è avere di fronte uno perfettamente tranquillo. Se venite in Svezia, mettetelo in conto e cercate di ammalarvi di lagom anche voi.

Oggi mi stavo recando a Malmö, ormai rassegnato a questo nuovo stile di vita senza sussulti, quando, tagliando incolpevolmente una corsia a seguito di una errata segnalazione del navigatore, le mie orecchie odono l'ormai antico suono di un clacson feroce e prolungato. Guardando avidamente nello specchietto – speranzoso di aver trovato qualcuno con cui poter far valere la mia italianità – scorgo una macchinetta rossa rigorosamente non metalizzata e appena sopra il volante vedo chiaramente spuntare un cappello a coppola. Lo sguardo corre al passeggero. Una donna con la permanente e la borsetta in grembo, la bocca sottile in una smorfia all'ingiù, sottolineata dalle ampie rughe che le solcano il volto.
Il primo pensiero è "DUE ANZIANI!". Il ricordo corre a Roma, immediato e terso. Alle 127 beige che mi costringevano ad accostare e attendere 4 minuti prima di ripartire.
Penso, diviso fra la rabbia per il clacson e la gratitudine per la protesta "ecco chi supera le barricate culturali, ecco la speranza di un modo unito, sono loro, sono i vecchi, fatti con lo stampino e sparsi per il mondo a renderci tutti uguali e, soprattutto, immuni dal lagom! Grazie!".

17 commenti:

  1. Insieme a Francesco, emigrato in UK, siete solo gli ultimi a raccontarmi delle diversità dei popoli nordici o comunque non latini come il nostro.
    Il lagom, da come lo descrivi, è più simile ad una lobotomia generalizzata che ad altro, ma suppongo che potrei abituarmici.
    Non per ripetermi: ma la fretta ha peggiorato sensibilmente la vita di tutti noi; la mia, senz'altro.
    L'idea di impiegare a fare le cose (qualsiasi cosa) tutto il tempo che queste richiedono, e magari anche di più, è seducente... a patto, naturalmente, di non collidere con scadenze di altro tipo, ma è un discorso lungo.

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  2. Quoto Cyber... probabilmente in Svezia si esagera nell'altro senso, ma da noi la "prescia" è il comune denominatore di ogni attività, e francamente anche io la vivo male... ricordo ancora quando usavo le reflex analogiche, era già un rito scartare la confezione della pellicola, aprire il barattolino di plastica, caricarla nella fotocamera... poi riavvolgere a rullino finito, rimetterlo a posto, portarlo a sviluppare il giorno dopo... la magia della camera oscura... i provini... oggi ci innervosiamo anche se la memory card ci mette mezzo secondo di più a salvare i nostri scatti... mah...

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  3. Manco gli italiani protestano mai: se lo fanno,. prima si assicurano di essere in tanti, sennò non hanno il coraggio di dire "a", e hanno pure ragione perché tutt'intorno la gente si limita a fissarli come fosse un reality guardandosi bene dall'appoggiarli, o, al limite, contraddirli.
    E' triste anche questo, sai?

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  4. La questione non riguarda solamente il protestare o il prendere la vita con la giusta dose di calma, cosa con cui sono d'accordo anche io. Figuriamoci se, facendo il grafico, non agognerei tempi di lavorazione migliori. Però c'è la calma e c'è la lentezza indesiderata. Penso che anche a loro non faccia piacere perdere l'aereo o un film, eppure se così è non ne danno segno.

    Per quanto riguarda la pavidità del popolo italiano (ma dell'individuo singolo in genere rispetto al gruppo, credo) mi trovi in linea col tuo pensiero. Senza estendere però la cosa fino alle grandi questioni sociali – per le quali l'Italia è il Paese con meno senso della collettività del mondo – diciamo che una litigata in piazza, una scenata di gelosia, al limite anche una cosa positiva come una dichiarazione d'amore folle, da noi sono facilmente ravvisabili anche per strada. Qui invece sono tutti molto più ingessati, molto più "polite" degli inglesi. :)

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  5. Sono in linea con il discorso sulla pavidità di massa.
    E con Matteo che agogna un po' più di "calore" nei gelidi svedesi.

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  6. Il silenzio assordante della pace dei sensi....ehehe bell'articolo

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  7. Questo post mi lascia assai perplessa...
    Mi chiedo se la tua reazione di rabbia nei confronti dei "lagom" sia questa perché sei, appunto, italiano.

    Io mi sono sempre lamentata di certi fenomeni comportamentali tipici degli italiani. E ho sempre sognato e pensato che vivere nei paesi noridci dove l'educazione e il senso civico è intrinseco nelle persone fosse meglio.

    Ma leggendo il tuo post mi chiedo se questa tua analisi sia dovuta "solo" al fatto che sei italiano, e che quindi "inadattabile" agli usi e costumi di un popolo così diverso dal nostro.

    Crollano le mie convinzioni e mi interrogo su come reagirei io, al tuo posto.

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  8. Penso semplicemente che ognuno ha i suoi usi e ovviamente adattarcisi è sempre difficile. Io scrivo i post anche in tono scherzoso, ma ho il massimo rispetto per gli svedesi e anche grande gratitudine perché sono ospiti perfetti.
    Ma d'altronde senza prendersi un po' in giro che gusto c'è? :)

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  9. Ciao
    sono anch'io di base a Lund. E ti faccio concorrenza con un altro blog sulla svezia! (qui ci va la faccina ammiccante che pero' io non uso).
    Ora ti aggiungo ai miei links.

    Bixx

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  10. Ah, beh, gia' che ci sono dico anch'io la mia sul 'lagom'. Per me sono tutti segretamente psicopatici e pericolosissimi.
    Sul serio. Complimenti per la descrizione delle (non) reazioni in treno.
    Mi chiedevo, se non sono indiscreta: dove andranno gli italiani in Skåne a vedere le partite dei mondiali? Qualche idea?

    Ah gia', se vuoi venire a trovarmi sono qui:

    http://vivalafika.wordpress.com

    bixx

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  11. Allora, ieri ero a bordo di uno quei grossi bus-navetta che collegano il gate dell'aeroporto all'aereomobile vero e proprio. Ce ne stavamo tutti là, in attesa che partisse, Dopo un po', i passeggeri iniziano a rumoreggiare.
    Prima uno, poi due, poi dieci, poi tutti.
    Tutti meno io. Io rimuginavo e invocavo il lagom.
    Avrei voluto gridare a tutti:Partirà quando partirà, stronziiii!
    A un certo punto, la navetta è finalmente partita e ha percorso i trecento metri dal gate all'aereo.
    Pensi che siano state le proteste dei passeggeri a farla muovere?
    Evviva il lagom, altro che.

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  12. @Luca sei il primo che si lamenta per OGNI cosa, modificabile e non... ti vorrei vedere qui.

    @bixx: Ciao bixx grazie per i complimenti. Leggo solo ora perché torno da una 3 giorni italiana. Ho visto il tuo blog e mi sembra che siamo "in sintonia" di tematiche :D Lo aggiungo volentieri tra i miei link. Per quanto riguarda le partite non saprei, ci sono vari locali che le trasmetteranno (tipo Gloria's), ma io penso me le vedrò online, tanto per starmene a casa, co sto tempo... :D

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  13. quando la flemma diventa estrema...fantastico!
    mi manca proprio un'esperienza simile...
    bell'articolo mattè.

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  14. Hai ragione Matteo - che palle 'sto lagom!
    Io sono qui da 6 mesi e già me rode er chiccherone... argh!
    Potessi trovare un lavoro decente in Italia, rifarei la valigia, altroché...
    A parte che qua se non sai lo svedese col ciufolo che trovi un lavoro.
    Personalemte, dopo infinite perigrinazioni qua e là per il mondo, sono giunta alla conclusione che il Paese ove si sta meglio è l'Italia. Non è un caso che tutti arrivino da noi. Sul futuro del nostor Paese sono ottimista, basta mandare via chi di dovere e torniamo meravigliosi come ai tempi d'oro! (comunque, sempre stai, Leonardo da Vinci ce lo abbiamo solo noi!). Ciao e auguri per il blog. Ale

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  15. Ci hai fatto morir dal ridere! Grazie.
    Giriamo ad amici filosvedesi.

    Vanessa & Alf

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  16. Io invece, anche se in ritardo, giusto come promemoria, permettimi di dissentirne un pochetto ma per motivi di superstizione escatologica, tutto quello che dicono/fanno/pensano gli scandinavi sarebbe da prendere come oro versato, se le cose non andassero come qua. E poi che lo si chiami 'self control' o lagom il concetto è sempre quello. Ah ma d'altronde è assiomatico; la svezia:italia=italia:iraq. D'altronde, basta andare in un paese "caldo" e le reazioni delle persone diventano sempre più spropositate.
    Concludendo, fino a prova contraria il lagom è la sintesi della civiltà, e di come dovrebbero vivere delle persone mature. Si, perchè dare in escandescenze, rivoltarsi contro qualcuno, essere precipitosi sono tutti sintomi di un atteggiamento ribelle tipico degli adolescenti. Poi, essere tranquilli e piatti non vuol dire essere menomati mentali, vuol dire trascendere ogni proprio controllo, far prevalere il senso di civiltà. Nulla poi toglie che gli svedesi covino i loro sentimenti, e siano anche più furbi di noi italiani, d'altronde sappiate di non svegliarlo, perchè anche in loro "c'è un orso che dorme".
    Saluti

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  17. È ovvio che nelle mie descrizioni io esagero volutamente ai fini del racconto, però questa è l'impressione di un italiano che vive qui. Una freddezza (che non significa disumanità, ma nemmeno solo "comportamento civile") che a volte è spiazzante.
    Che poi questi comportamenti "civili" siano veramente sentiti, sarebbe da valutarlo alla luce delle ubriacature smodate del venerdì e del sabato sera, della spazzatura che viene sparsa ovunque nei giorni di festa e in tutte quelle piccole cose che rivelano come ci sia anche molto di costruito in tutto ciò.

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