giovedì 11 febbraio 2010

No, Nonno Ugo non c'è ma...

In Svezia non c'è solo IKEA.


Ora che vi siete ripresi dopo il momento di mancamento che indubbiamente la mia incauta frase avrà provocato, posso spiegarmi meglio. State tranquilli, IKEA è di gran lunga il magazzino per arredamenti componibili "take-away" più frequentato del Paese, ma come dicevo, non è l'unico.
E in realtà - non svenite vi scongiuro - non è nemmeno il migliore.

In realtà la cosa sarebbe anche abbastanza intuitiva, visto che la nota compagnia ha sempre puntato molto sul binomio "design/economia", lasciando trasparire evidentemente che l'apparenza conta più della (comunque dignitosa) sostanza.
IKEA in definitiva è a mio avviso un ottimo magazzino, che produce elementi di discreta qualità a prezzi assolutamente invitanti e merita tutto il successo che ha.
Quello che non sopporto del magazzinone svedese (e che ingiustamente faccio pesare su di lui) è il fanatismo della molta gente che lo vede come fosse una nuova pietra (stavolta blu) della Mecca.

Le orde di persone che corrono all'impazzata alla ricerca smaniosa di pezzi d'arredamento di cui fingono d'aver bisogno e dell'utilità dei quali si convincono a forza, ha sempre suggerito alla mia immaginazione un tuffo nel loro passato triste.
Un'infanzia fatta di una cameretta spoglia, senza letto, con un materassino di paglia buttato per terra e quattro cenci a mo' di lenzuolo. Un'adolescenza trascorsa a mangiare rannicchiati sul pavimento, attorno a una tovaglia a quadroni rossi, con l'unico sgabello malfermo – unico residuo di chissà quali incredibili artigiani del passato – occupato dal nonno, costretto a chinarsi per raggiungere quella salsa al peperoncino della quale non era mai sazio. E poi i primi anni dell'età adulta, spesi senza nemmeno sapere cosa fosse un divano, a guardare "Ok il prezzo è giusto" in piedi, o forse appoggiati a un termosifone per combattere il freddo delle abitazioni spoglie.
E un giorno... ecco l'avvento del gigantesco monolito blu a spazzare via, con l'arrivo del grigio fra i capelli, il grigio di un'esistenza scomoda.

Ancora oggi, quando vedete il sabato pomeriggio la gente fare la fila per prendere una scala mobile fuori dall'IKEA, invece di innervosirvi, abbiate compassione al pensiero di cos'è stata la loro vita fino a poco fa e comprendete bonariamente la loro più che sana ambizione al comfort.


Comunque, ho divagato. Dicevo. IKEA qui è per i "poracci". La gente come si deve, quelli che sanno cos'è la vita e conoscono il piacere di viverla vanno da ILVA!
In realtà è più un grande negozio d'arredamento che una vera e propria concorrente di IKEA. Non credo le cose si portino via da montare e alla fine non ho nemmeno capito se sia veramente svedese o danese (poco cambia), ma viste le dimensioni e la tipologia dei magazzini (e la strategica presenza spesso vicino a qualche IKEA), è impossibile non fare un confronto. La differenza è che da ILVA tutto è lussuosissimo, la gente è pochissima e si narra che all'interno del negozio nascano e crescano veri alberi. E la cosa è vera e qui testimoniata.


Insomma, alla fine dei conti i due negozi, a pensarci bene, non sono nemmeno poi così concorrenziali, ma per qualche insondabile motivo viene da considerarli acerrimi nemici. Sarà forse che la tendenza a fare di IKEA un alce d'oro si stia impadronendo anche di me? gulp...
Ma no che dico, d'altronde è ovvio che IKEA è meglio di tutto!

10 commenti:

  1. A mio modo di vedere il successo di Ikea sta, oltre che nei da te citati motivi di qualità/prezzo, buona politica marketing, anche in un valore aggiunto che riesce a trasmettere sia attraverso gli strumenti utilizzati nelle campagne pubblicitarie, sia nel visual all'interno degli spazi del negozio. Ikea ha contestualizzato tutti gli oggetti d'arredo. Ha simulato degli spazi veri, arredati come noi avremmo fatto, anche disordinatamente, nelle nostre case. Ikea ci accoglie nei suoi ambienti in modo familiare. Ci lascia sognare, immaginare in maniera reale e tangibile il desiderio (non bisogno, attenzione!!) di un mobile nuovo, un piumone colorato, un tappeto soffice. Sostanzialmente il discorso di "un'infanzia triste in una casa spoglia", rende. Ed è proprio così che funziona. Da quel che vedo grazie alle tue foto, Ilva non lavora sulla stessa componente emotiva. Si limita a mostrare unicamente la funzione d'uso dei propri oggetti, come li potremmo abbinare, quali particolari potremmo scegliere. I due negozi secondo me non sono neanche poi tanto "acerrimi nemici" perchè, sebbene siano due mega store, si rivolgono a clienti differenti.

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  2. Tu che ci facevi a Ilva, vecchio riccastro?
    Hai comprato un paio di candelabri d'oro massiccio a forma di renna muschiata?

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  3. L'analisi di Antonella è molto interessante. IKEA ha reso disponibile il design e una discreta qualità a milioni di persone. Ciò che non va bene è l'idolatria, come accade anche in altri casi. Per la concorrenzialità, infatti concludo che non lo sono affatto, ma il post era incentrato più sull'IKEA-dipendenza che porta a vedere un mondo incentrato sul magazzinone blu.

    @Luca: Da ILVA non abbiamo comprato nulla. Ma a 150 euro c'era una meravigliosa lampada da scrivania che azionava un dimmer semplicemente al tocco facendo la luce più o meno intensa...

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  4. Io credo che l'IKEA venda o perlomeno condisca i suoi prodotti con una filosofia che è quella del razionalismo. I prodotti IKEA non sono quasi mai bellissimi né della migliore qualità possibile, ma portano ordine e razionalità soprattutto dove lo spazio è poco... e questo è già qualcosa.
    Il suo concorrente diretto in Itala (a mio avviso) è Conforama, che però si "limita" a vendere mobili a un prezzo e una qualità paragonabile a quella dell'IKEA.

    IMHO

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  5. Mi sa che questo magazzino corrisponde un pò all'Habitat inglese (o qualunque nazionalità sia), roba di design però più cara e più di qualità rispetto ad ikea. W l'Ikea senza dubbio :)

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  6. :O
    Vorrei visitare Ilva! Ma solo per lustrarmi gli occhi. Un po' come quando vado al Salone del Mobile a Milano e ti viene la bavetta per i più lussuosi mobili e di design. ^^
    E poi gli alberi veri! :O
    ps a proposito di IDOLATRIA: W L'IKEA!

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  7. io adoro l'IKEA ma soprattutto per l'oggettistica! Economica, utile e talvolta geniale.
    Interessante, sì, l'osservazione di Beky.

    ILVA ricorda molto i negozi "Sia" o gli allestimenti del Macef.
    http://www.sia-homefashion.com/

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  8. Il successo di IKEA è dovuto all'organizzazione, anche dove un italiano pensa che in quel reparto in quel specifico settore non ci sia bisogno organizzazione gli svedesi la mettono. Per capirci anche per gestire la fantasia cè bisogno di organizzazione.
    ILVA è Danese ma cè ne sono tante in Svezia di queste realtà.

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  9. Che bello avere qualche svedese vero (almeno penso sia svedese...) a commentare :)

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