domenica 18 settembre 2011

L'ineffabile ilarità della metonimia

Tutti voi sarete immagino familiari con il concetto di "dissonanza cognitiva", elaborato da Festinger nei lontani anni '50. Se non lo siete, pazienza, tanto è solo uno di quei nomi semi-comprensibili, di cui è piena la sociologia, che servono a descrivere situazioni ovvie e familiari a tutti, solo con un'aura di sapienza attorno.

Bene, per capire il concetto di cui sopra, immaginatevi di essere a un funerale e - durante la cerimonia - a un certo punto sentite il sobrio silenzio venire rotto da un gruppo di persone che ridono a crepapelle. Ecco, quella che state provando è la dissonanza cognitiva. Oppure, per cambiare esempio, immaginatevi di essere andati ad assistere a uno spettacolo comico e trovarvi a sentir parlare degli "otto tipi della metonimia"... Ma andiamo con ordine.

Ogni anno, a Lund, si tiene la Kulturnatten (che significa "notte della cultura"), un'esuberante manifestazione che quest'anno si è chiusa con un concerto in piazza di un gruppo talmente entusiasta che al confronto i Nirvana sembravano i Righeira.

All'interno di questa manifestazione, questa "notte della cultura" castrata (poiché finisce a mezzanotte, ché si sa - qui in Svezia - è meglio non divertirsi poi troppo...) tutti i colleghi di Ilana si erano trovati concordi nel voler assistere a una specie di competizione fra universitari che si sfidavano a presentare temi scientifici nel modo più "comico" possibile. E io ovviamente non potevo mancare, sebbene già presentissi nell'aria lo sfacelo incipiente, un po' perché già di partenza nutro un certo scetticismo sulla compatibilità fra "umorismi" provenienti da culture differenti, e (molto più) perché rendere "comica" la scienza è operazione ad altissimo rischio che solo pochissime persone possono permettersi di portare a termine senza essere ricoperte di pomodori.

Il pubblico in ansia. Non sa cosa l'aspetta...


Ma veniamo al resconto delle presentazioni "comiche". Il tutto è cominciato con una materia che non sentivo nominare dai tempi di Gorgia di Leontini:

LA RETORICA

La presentazione d'apertura è stata tenuta dal professore di Retorica dell'Università di Lund. Il primo nel suo genere da 200 anni a questa parte, e alla fine abbiamo anche capito il perché. Dunque l'esposto, durato 10 minuti, ha toccato tutte le più importanti forme retoriche che si conoscano (dalla metafora, all'ossimoro, agli 8 tipi della metonimia, al climax) e chissà cos'altro. Ora, io non sono un comico, ma questo tema, coi giochi di parole che consente, si presterebbe ad un approccio umorista... e invece l'unica battuta con cui è riuscito a uscirsene il tapino relatore è stata "un esempio di ossimoro? "Militar Intelligence"!" E peraltro l'ha anche riciclata 3 volte.

Il giudizio dell'aula - unanime - è stato che perfino come lezione universitaria sarebbe risultata pallosa, figuriamoci come spettacolo comico. La sensazione che si provava a star lì a sentire una noiosa relazione di linguistica, spacciata per spettacolo comico, è difficilmente descrivibile. Tutti aspettavamo una battuta, un cenno, una scorreggia, qualsiasi cosa!... qualcuno ipotizzava "finirà che gli tirano una torta in faccia, questo è certo"... qualcuno stava cercando di svignarsela accartocciandosi sotto una sedia, ma le luci accese rendevano palese e vano il suo tentativo. E alla fine niente. Nessuna battuta, nessun rumore corporeo, nessuna torta in faccia. Il niente più assoluto. Quel niente che è senza speranza, non spazio da riempire, ma sconfitta completa. E la sensazione di essere nel posto sbagliato serpeggiava nella sala. Ché gli svedesi sono tranquilli e pacifici, magari molto tolleranti, ma mica scemi, eccheccazzo! E infatti, molti hanno ceduto dopo soli 10 minuti.

Molto di più racconta la mia espressione...

Ma noi no! Noi siamo andati avanti e ci siamo sorbiti anche i secondi 10 minuti e quindi eccoci a parlare de...

L'ACUSTICA

Il secondo pippotto è stato tenuto dal Vicerettore dell'Università di Lund (per il suo ruolo alla fine vergognosamente favorito nelle votazioni e che non si dica che solo in Italia esistono lecchinaggio e prostituzione intellettuale!). Ora, costui, un uomo sulla sessantina, con un ruolo di spicco in ambito accademico, rispettato (credo) e con una famiglia da mantenere non aveva ALCUN bisogno di spacciare per comici i suoi studi sull'elaborazione di un algoritmo per la riduzione del rumore di fondo nei messaggi radio. Nessuna ragione al mondo. Eppure l'ha fatto. La presentazione, durata 10 minuti, ha avuto il suo apex quando su una delle slide sono comparse svariate formule matematiche che illustravano in termini tecnici il processo. Penso che nemmeno il signor Doppler avrebbe trovato divertente l'argomento, magari interessante sì, non dico di no... Comunque, se nel primo intervento si era contata addirittura una battuta, questo secondo è riuscito ancora peggio, perché dell'umorismo promesso non c'era nemmeno l'ombra dell'ombra. E persino la gente aveva ridotto al lumicino le speranze di poter arcuare le labbra almeno per una volta.


Altra emorragia di pubblico e qualche crisi isterica. E noi siamo rimasti per il terzo intervento, riguardante....

L'ETOLOGIA

Ora, bisogna ammettere che questo intervento era di gran lunga il migliore dei cinque, per verve, argomento e presentazione. Oddio, il titolo "come muovere la merda nella giusta direzione" già mi indisponeva, perché sapeva di qualcosa che vuol essere comico a tutti i costi. E l'animale preso in oggetto era (chi l'avrebbe mai detto?) lo scarabeo stercoraro, una delle bestie più sfottute sulla faccia della terra, lui che non chiede altro che andarsene in giro, guardando il cielo, con la sua pallina di escrementi. Che poi è quello che fa la maggioranza della gente, solo che lo fa senza guardare mai lassù.

Dunque, il soggetto era facile, il titolo abilmente concepito, ma dopo il mortorio abissale dei primi due interventi, si è trattato di una boccata d'aria fresca. La ragazza era divertente e spigliata, la presentazione interessante anche da un punto di vista etologico (sapevate che gli stercorari seguono il sole per orientarsi nel cammino e di notte gli aloni della luna?). Quindi va bene, seppur fossimo al minimo sindacale della comicità, la promozione (e la vittoria) erano assicurate per la giovane etologa. Che, comunque, contro il Danilo Mainardi dei bei tempi di Superquark, non avrebbe avuto scampo...

Il grandissimo Mainardi

Ma ora il cammino era in discesa... la presentazione successiva trattava infatti di...

PARAPSICOLOGIA

Dunque, questa lezione era tenuta (come vedete dalla foto) da uno che evidentemente si era ispirato, nel suo concetto di comicità, ai reietti del Colorado Café. Quelli che pensano che basti una giacca luccicante per far ridere. Ecco, lui aveva indossato una giacca cinese di quelle da "Colpo grosso al drago rosso" (o forse più da "Delitto al ristorante cinese") e tanto bastava. La lezione, un'arrampicata sugli specchi a tratti venefica a tratti patetica per dimostrare le basi scientifiche della parapsicologia, si è trascinata per 10 minuti di noia assoluta in cui ogni potenziale comico della materia (e ce n'era...) è stato accuratamente selezionato, ispezionato e ucciso a priori con un colpo alla nuca. Risate? Zero. Divertimento? Ancora meno. Il tutto si è risolto in una letale epistemologia della parapsicologia, con esegesi dei testi dei fondatori, per dimostrare che "dai su, pure noi ci possiamo stare nella scienza, cazzo... se c'è il windsurf alle olimpiadi, perché non noi nell'università?". Ma quello che il relatore impallettato non aveva capito era che nessuno aveva la minima voglia di rispondere alla domanda, né di cacciare dall'Accademia la parapsicologia, sai che ce ne frega... è che tutti stavano con l'occhio sull'orologio pregando per la fine rapida di quei 10 minuti.


Dopo un altro esodo incontrollato di pubblico e qualche scena madre da parte di alcuni orientali, il povero presentatore (un uomo piuttosto noto, pare, sulla Tv svedese, il "Frizzi de noantri", diciamo...) non sapeva più che inventarsi per tenere viva l'attenzione che i relatori avevano così coscienziosamente cercato di uccidere come cecchini. E dire che, almeno lui, era capace e divertente, seppur nelle ristrettezze del suo ruolo. S'è sentito un sospiro di sollievo quando ha chiamato alla "cattedra" l'ultimo relatore, che ci ha parlato di...

CAMBIAMENTI CLIMATICI

Ecco, quest'uomo che aveva un tema di tale peso e levatura, di estrema importanza ma sfigatissimo dal punto di vista "comico", era anche capace di far ridere. Aveva i tempi comici, era ironico e sarcastico. La battuta "DiCaprio tiene molto all'ambiente, si è persino comprato 6 Toyota Prius!", è sicuramente la più divertente che si sia sentita quella sera. Purtroppo però, incastrato fra l'effetto serra e il diossido di carbonio, non ha trovato modo di esprimere la benché minima comicità nel resto dell'intervento, che si è risolto in un deprimente esame corredato di slides e grafici a istogrammi e a torta, di come, se non riduciamo i consumi, finiremo tutti molto male e molto presto. L'incauto relatore ha anche avuto l'ardire di chiedere al gentile pubblico se qualcuno sarebbe stato favorevole a pagare 50 euro in più sui voli Copenaghen-Londra per sfruttare energie alternative e s'è beccato una manciata di gesti dell'ombrello, così, senza mezzi termini.


Per fortuna la serata è finita là. La ragazza dello stercoraro ha vinto senza difficoltà in mezzo a una folla esultante (non per lei, ma per il fatto di poter andare via dopo un'ora di dissonanza cognitiva testata in corpore vili). Bene brava, ma niente bis ti prego. All'uscita ci aspettava un piccolo (e se dico piccolo intendo piccolo) rinfresco: un bel bicchiere d'acqua e ...

...delle fettine di carota fresche fresche!

Si spengono le luci, cala il sipario. Un'altra frizzante e scoppiettante serata svedese si è appena conclusa.


Ah, se state malignando che io sia stato il solo a trovare priva di ogni comicità questa manifestazione, sappiate che la pensavano come me Ilana (dotata di comicità inglese), Lina (svedese), Carolina (portoghese), Kavitha (indiana), Roxsana (iraniana) e altri. Un panel piuttosto eterogeneo.

8 commenti:

  1. non ridevo così tanto nel pensare al tuo sguardo, da almeno qualche anno...

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  2. Sono sensazioni difficilmente descrivibili, caro mio...

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  3. Grande. Forse la manifestazione non era comica, ma la tua cronaca sì. Forse i diabolici svedesi intendevano proprio questo: comicità di secondo grado.
    Il rinfresco finale era davvero imbattibile. Da solo farebbe cabaret.

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  4. Insomma, se venivo io con addosso la maglietta che mi hai regalato con la radice che dice a un numero immaginario "Get real", praticamente vincevo!!!

    Sonia

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  5. Io sono andata nel 2007 fa in Svezia e poi in Norvegia.
    Arrivai a Stoccolma (molto bella) poi noleggiammo una macchina ed, in 3 settimane, arrivammo sino a Kiruna, poi alle isole Lofoten e quindi giù sino ad Oslo.
    L'interno della Svezia non l'ho trovato per niente male... forse un pò monotono (però incontrai molte renne).
    Le isole Lofoten sono incredibili ... molto molto belle.
    Tutta la costa dei fiordi è spettacolare.
    Bello e divertente il tuo racconto! :))

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  6. Non credo che troveresti un luogo migliore della Svezia per avere tutte queste occasioni per esternare quel che ormai ho preso a chiamare in cuor mio "borellità": apprezzabile nonché vivificante retorica del sense-nonsense che ci circonda.
    Grazie.

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  7. Ciao,
    mi piace molto come scrivi... perché non posti qualcosa di nuovo?

    Grazie e buona vita!

    Andrea

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  8. Mammamia Che divertimento! Senti....ma non si chiama stercorario?

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